Un mercato per anglofoni

Dati mercato macchine 2015

Anche nel primo trimestre del 2015 si confermano i dati che avevano caratterizzato lo scorso anno fiscale, ovvero tutte le prima quattro case produttrici di macchine da costruzione, Caterpillar, Komatsu, Hitachi CM e VolvoCE hanno beneficiato dell’andamento ancora molto buono dei mercati nordamericano e britannico e di situazioni certamente positive in Africa e Medioriente, anche se parliamo di volumi decisamente inferiori rispetto ai suddetti mercati consolidati, mentre, di contro, tutte hanno avuto problemi di una certa rilevanza nelle altre regioni del mondo, a cominciare dalla Cina dove si conferma per il quinto trimestre consecutivo un calo drastico degli ordinativi.

Anche in Russia e nei paesi di quest’area il mercato delle macchine da costruzione sta scontando le notevoli difficoltà dell’economia, legate anche alle note questioni di politica internazionali, mentre in Sud America non sembrano esserci, al momento, spiragli per invertire la tendenza negativa, a cominciare dal Brasile, nonostante manchi ormai poco più di un anno alla partenza dei Giochi di Rio de Janeiro. Dati contrastanti arrivano dall’Australia, negli ultimi anni in sofferenza a causa della crisi del settore mining, che si conferma per anche in questo trimestre in stagnazione. Nonostante questo, alcune case cominciano a registrare dati positivi, da attribuire presumibilmente ad aumento significativo dei lavori in ambito infrastrutturale, sia stradale che ferroviario.

Le Case rimangono molto caute sul prosieguo dell’anno fiscale a causa di svariati fattori di incertezza. Fra questi si confermano il perdurare della crisi del mercato cinese e la generale stagnazione del sud-est asiatico (salvo qualche eccezione come India e Tailandia), l’assenza di un trend costante e positivo dei mercati europei (a proposito, leggiamo un +16% nel primo quarto di quello italiano e ci permettiamo di esprimere un leggero scetticismo), ma forse il dato più preoccupante sono i dubbi che cominciano a pervadere gli analisti riguardo la continuità degli investimenti negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna. Complessivamente quindi i forecast in termini di vendite si assestano tutti tra lo stabile ed il -5% rispetto al FY2014. Vediamo ora in dettaglio i risultati dei primi quattro gruppi del settore.

CAT e il dollaro troppo aggressivo

Scendono del 4% i ricavi di Caterpillar nel computo del 1Q2015 rispetto all’analogo periodo del 2014: il gruppo di Peoria è infatti passato dai 13,2 miliardi di USD dell’anno scorso, ai 12,7 del primo trimestre di quest’anno. Il calo è attribuibile, secondo gli analisti di Cat, all’indebolimento di euro e yen rispetto al dollaro ed è distribuito in modo omogeneo sui nuovi prodotti e accessori post-vendita.

A livello regionale le vendite sono diminuite ovunque con l’eccezione del mercato nordamericano. EAME (Europa, Africa, Medioriente) ha registrato un calo YoY dell’11%, sia per la riduzione della domanda dagli utenti finali che, appunto, per il rafforzamento del dollaro, mentre un dato positivo arriva dalla riduzione degli inventari dei dealer. L’area Asian Pacific cala del 13% per ragioni analoghe alla regione EAME, mentre ancora più marcata è la riduzione sul mercato sudamericano: -19% anche in questo caso dovuto al calo drastico della richiesta da parte dell’end user. +9% è invece il risultato per USA e Canada: migliora l’inventario dei dealer e continua ad essere sostenuta la richiesta del cliente finale sia per le attrezzature oil&gas che per le macchine da costruzione.

Per quanto riguarda invece le business unit perdono rispettivamente il 7% ed il 9% Construction Industries (4,7 B$ nel 1Q15) e Resource Industries (1,9 B$), mentre si mantiene in linea con l’anno scorso il comparto Energy and Transportation (4,7 B$).

L’Outlook per le vendite sull’intero anno fiscale 2015 è confermato stabile e valutato in 50 miliardi di dollari. Il CEO di Caterpillar, Doug Oberhelman, ha preannunciato possibili difficoltà durante i prossimi tre trimestri che dovrebbero registrare ricavi inferiori rispetto a quello appena terminato, in particolare per quanto concerne il settore oil&gas, che nel 1Q2015 ha potuto beneficiare del guadagno della vendita delle ultime attività del business della logistica, situazione che ovviamente non potrà ripetersi nei prossimi mesi.

Komatsu all’occidentale

Come noto, l’anno fiscale delle aziende giapponesi va dal 1 Aprile al 31 Marzo dell’anno successivo. Le vendite di Komatsu sul FY2014 sono risultate in leggera crescita (+1.3%) arrivando a quasi 2.000 miliardi di yen (circa 15,2 miliardi di euro al cambio di questo periodo).

Sostanzialmente stabili i mercati della business unit principale del gruppo, “Construction, Mining e Utility Equipment”, (+0,6% e 1.763 miliardi di yen), grazie soprattutto agli ottimi risultati registrati in Nordamerica (+21,3% e 334 miliardi di yen) ed Europa, specie UK, (+21,6% e 148 miliardi), ai quali ha certamente contribuito il deprezzamento dello yen rispetto alle altre valute forti.

Piuttosto buoni i risultati anche in Medioriente/Africa (+5,5% e 172 miliardi) ed Asia, esclusi Giappone e Cina, (+9,5% e 212 miliardi). Calano invece i ricavi in Giappone (-3,2% e 330 mld), Sudamerica (-2,1% e 261 mld), Area Russa (-20,8% e 54 mld), Cina (-32% e 110 mld) ed Oceania (-11,4% e 137 mld). Molto positivo, anche se su volumi decisamente inferiori, l’andamento delle macchine industriali (+5,9% e 221 miliardi di yen).

Le previsioni di Komatsu per l’anno fiscale in corso, che si concluderà il prossimo 31.3.2016, sono ancora molto buone per Nord America ed Europa, mentre il mercato è definito “challenging” per il resto del mondo a causa soprattutto della Cina, prevista in ulteriore contrazione, così come quelli di paesi definiti emergenti, mentre fra le business unit, si prospettano ancora difficoltà per il mining. Il management del gruppo giapponese si aspetta per il FY2016 vendite nette per 1.880 miliardi di yen con una contrazione percentuale del 5% nel confronto con l’anno fiscale appena concluso.

Hitachi CM, vedi sopra

Sono stati invece 815 i miliardi di yen (6,2 miliardi di euro) realizzati da Hitachi Construction Machinery nel corso dell’anno fiscale chiusosi lo scorso 31 Marzo, con una crescita YoY dell’1,6%. I riscontri a livello regionale per il Gruppo Hitachi sono in sostanza analoghi a quelli registrati dai compatrioti di Komastu. Molto bene il Nord America (addirittura +47,8% e 106 miliardi di yen) e l’Europa (+30,5% e 93 mld), grazie a UK e Germania, mentre performance particolarmente negative si sono avute in Russia (-28,2% e 28,9 mld) a causa della crisi economica della seconda metà del 2014 ed in Cina (-36,3% e 72,8 mld), per i motivi già menzionati in precedenza. Un cambio di tendenza sembra invece provenire dall’India (+4,6% e 32,5 mld), dove il mercato delle macchine da costruzione, anche se ridotto, ha dato qualche segnale di recupero, almeno per quanto riguarda Hitachi, mentre il resto dell’Asia si mantiene in stagnazione (-9,6% e 80 mld).

Nel resto del mondo da segnalaree l’ottima performance in Africa dove Hitachi ha praticamente raddoppiato il fatturato rispetto all’anno precedente con 41,6 mld di yen ed in Oceania dove il gruppo giapponese ha raggiunto i 110 miliardi di yen con un +13,2% YoY. In patria invece il risultato non è stato particolarmente positivo (-4,4% e 221 mld di yen) a causa di una riduzione del mercato delle costruzioni, sia nel residenziale che nelle opere pubbliche.

L’Outlook sull’anno fiscale in corso prevede che la domanda di machine da costruzioni, in particolare di escavatori idraulici, rimanga sostanzialmente stabile negli Stati Uniti e in lieve calo in Europa, così come in Giappone, per quest’ultimo a causa del freno posto al mercato dall’attesa dei nuovi regolamenti sulle emissioni.

Fra i paesi cosiddetti emergenti Hitachi CM si aspetta una crescita in India e Tailandia, mentre in Cina è atteso un nuovo significativo calo delle vendite a causa di mancanza di investimenti nel settore edilizio ed infrastrutturale. Il risultato di vendita atteso è di circa 810 miliardi di yen; se confermato nei fatti, significherebbe un calo del 5,7% rispetto all’anno appena terminato.

VolvoCE, do you speak english?

Ancora qualche difficoltà per VolvoCE che ha perso il 5% nel confronto tra il 1Q 2015 e lo stesso trimestre dell’anno scorso, passando da 13,3 miliardi di corone a 12,7 (in euro da 1,4 mld a 1,35), mentre è decisamente più evidente il calo dei volumi: -33% nel confronto YoY. L’azienda svedese soffre anche una riduzione dei margini operativi da 4,8% a 2,8% nel paragone YoY a causa soprattutto di perdite di crediti attese e riduzione di guadagno in Cina.

E’ il mercato cinese a dare ancora una volta i segnali peggiori su scala mondiale: 12 mesi consecutivi di contrazione delle vendite hanno di fatto dimezzato il mercato delle macchine da costruzione nel paese asiatico, a causa di continue riduzioni delle attività economiche che hanno prodotto analoga diminuzione di opere pubbliche, mentre anche il mercato del mining rimane ben al di sotto dei livelli di qualche anno fa.

Anche nel resto dell’Asia il mercato si è ridotto, pur se in misura minore rispetto alla Cina, anche paesi come Giappone e India e tutta l’area del Sudest Asiatico non hanno prodotto per il gruppo svedese risultati apprezzabili nel settore construction, per cui tutta la regione è scesa del 21% nel confronto YoY, per 4,6 miliardi di corone totali.

Va generalmente meglio in Europa (+10% per oltre 4 miliardi di corone) anche se va fatta la netta distinzione tra Gran Bretagna e Germania che continuano a crescere e mercati rilevanti come quelli russo e francese che invece sono risultati in ulteriore e decisa contrazione.

Molto positivo, come era lecito attendersi, il mercato nordamericano (+8% per 2,5 miliardi di SEK) specie per quanto riguarda il segmento delle macchine compatte, mentre è sostanzialmente stabile quello sudamericano (-1% per 682 milioni di SEK), anche se va registrato un netto calo in Brasile a causa della debolezza economica del paese e della scarsa fiducia nel mercato di settore.

Il forecast per l’anno fiscale in corso, che VolvoCE presenta in termini di stima delle unità vendute entro il 31.12.2015, prevede una riduzione generalizzata dei volumi, con eccezione del mercato nordamericano per il quale ci si attende un livello di vendite in linea con l’anno precedente. Il risultato complessivo atteso è di poco inferiore ai 52 miliardi di corone svedesi, in ulteriore lieve calo (-2%) rispetto ai dati di vendita del FY2014.

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