Avanti adagio, anzi, indietro veloci

Primo trimestre 2015-2

Proseguiamo l’analisi dei dati di vendita relativi al primo trimestre 2015 con altre quattro case (la prima puntata la trovate qui): Doosan Infracore, CNH Industrial, Terex Corporation ed Atlas Copco. Troviamo risultati piuttosto contrastanti, con i coreani che incrementano leggermente le vendite grazie al mercato nordamericano, anche per Doosan una risorsa significativa di fatturato in un contesto ancora difficile nelle altre regioni.

Un po’ più problematico il primo trimestre dell’anno per CNH, che vede calare le vendite del settore Costruzioni del 22,2%, con una riduzione più marcata in Sud America, in linea con il calo di domanda di tutta l’area. Non semplice nemmeno il percorso di Terex, che ha visto una riduzione complessiva delle vendite poco inferiore al 10%. Atlas Copco presenta invece risultati molto positivi, con un incremento del 16% delle vendite nel confronto trimestrale anno su anno, ma va rilevato che la società di Stoccolma ha beneficiato della svalutazione della corona svedese nel corso del 2014.

Se da un lato ancora una volta tutte le case manifestano problemi economici di varia misure sul mercato cinese, una nota ottimistica viene da Doosan, che vede prospettive molto rosee legate al piano “One Belt, One Road” dello stato asiatico, di cui diamo conto nel seguito dell’articolo. Andiamo ora a vedere più in dettaglio i risultati di ciascun gruppo.

Doosan Infracore e la speranza cinese

Leggero incremento per la casa coreana nel confronto anno su anno con il 1Q2014. Nei primi tre mesi del 2015, Doosan ha infatti registrato vendite per 1,833.7 miliardi di won (poco più di 1,5 miliardi di euro al cambio periodico) con un incremento dell’1,4% nel confronto YoY. Al contrario, calano gli utili, con l’EBIT che scende del 23,7% attestandosi a 75,5 miliardi di won per questo 1Q2015 contro i 98,9 dello stesso periodo dell’anno scorso.

Per quanto riguarda l’andamento regionale, anche per Doosan Infracore la Cina ha costituito un problema a causa della contrazione generale del mercato costruzioni, mentre buoni risultati si sono verificati in tutta l’area nordamericana. In questa zona il core business della casa coreana, cioè Construction Equipment, è cresciuto del 34,1% per 646,6 miliardi di won, rafforzando di molto il ruolo di primo mercato mondiale per la società di Seul. Non è andata male nemmeno nella regione APEM (Asian-Pacific Emerging Market) cresciuta del 12% (per 334,6 miliardi di won). Decisamente meno positivi i risultati nella regione EMEA (-10,9% e 202,5 mld won), mentre la Cina perde oltre il 50% rispetto al 1Q2014: -63,4% per “soli” 105,7 miliardi won.

Doosan non fornisce previsioni di fatturato sul prosieguo dell’anno fiscale, ma fa balenare un lampo di ottimismo per quanto concerne il mercato cinese. Lo scorso 1 febbraio 2015, é stato infatti avviato un enorme piano infrastrutturale denominato “One Belt, One Road”, fondato su due grandi progetti, uno ferroviario, ovvero “La Nuova Vita Della Seta Via Terra” ed uno via mare “La Via Della Seta Marittima del 21mo Secolo”, che si pongono come obbiettivo il miglioramento dello spostamento merci dalla Cina verso i paesi europei in un caso e verso gli hub portuali di Africa e Medio Oriente nell’altro, grazie anche al robusto intervento della neonata AIIB, La Banca per gli Investimenti Infrastrutturali Asiatici, in aperta concorrenza con la Banca Mondiale. Complessivamente si parla di una spesa di oltre mille miliardi di Renminbi, qualcosa come 145 miliardi di euro entro il 2020.

CNH Industrial, Sudamerica e nuvole

Scendono i ricavi di CNH Industrial nel corso del primo trimestre 2015. Nel confronto anno su anno il gruppo perde il 21% passando dai 7,5 miliardi di dollari dello scorso anno, ai 5,9 incamerati nei primi tre mesi del 2015. Anche l’utile netto subisce una contrazione passando da 101 a 23 milioni di dollari. Le Attività Industriali, che raccolgono mezzi (agricoltura, costruzioni e veicoli commerciali) e attrezzatture (Powertrain), calano del 22% registrando vendite nette per 5,6 miliardi di USD.

Per quanto concerne i singoli segmenti di attività troviamo che Macchine per Agricoltura ha perso il 30,5% (per ricavi poco superiori ai 2,5 mld di dollari), Veicoli Commerciali scende dell’11,7% (i ricavi in questo caso sono poco oltre i 2 mld di dollari), PowerTrain perde un quarto dei ricavi rispetto al 1Q2014 raggiungendo i 900 milioni di dollari, ed infine la divisione che ci interessa maggiormente, Macchine per le Costruzioni, raggiunge i 602 milioni di dollari, con una perdita anno su anno del 22,2%.


Focalizzando la nostra attenzione proprio su quest’ultimo segmento, troviamo nel report trimestrale di CNH che il calo delle vendite è piuttosto generalizzato a livello regionale, ma particolarmente concentrato in Sudamerica, area che ad oggi rappresenta il 17% dei ricavi del gruppo per le Macchine da Costruzione, mentre il resto è distribuito tra area centro-nord americana (53%) Emea (21%) e Apac (9%). CNH fornisce anche una valutazione globale del mercato di segmento: a livello mondiale, nel confronto trimestrale YoY è scesa del 19% la domanda di macchine pesanti e del 4% per quelle leggere, ma va fatta una netta distinzione, come peraltro riscontrato nei report di altre case, fra Nord America ed Emea dove i volumi sono saliti, e Sud America ed Apac (con la Cina a guidare la classifica al contrario) dove sono decisamente scesi.

Per quanto concerne l’andamento atteso nel resto dell’anno fiscale, CNH industrial conferma le previsioni di inizio anno con ricavi netti per l’intera attività industriale compresi tra 26 e 27 miliardi di dollari, margine operativo tra il 6,1 ed il 6,4% ed indebitamento industriale che si collocherà in una forbice tra 2,1 e 2,3 miliardi di dollari.

Terex Corporation, venghino ordini venghino

Anche il gruppo americano ha presentato i dati di vendita del primo trimestre 2015 lo scorso 30 aprile. Le vendite nette hanno sfiorato il miliardo e mezzo di dollari, con una perdita percentuale di poco inferiore al 10% nel confronto YoY. In calo anche il margine operativo passato dai 75 milioni di dollari del 1Q2014 ai 44 del primo trimestre di quest’anno.

A livello regionale Terex segnala una riduzione dei ricavi un po’ ovunque, con particolare concentrazione in Sudamerica dove le vendite sono scese del 55% rispetto al primo trimestre 2014. I cali sono più contenuti nelle altre regioni: -2% in Nord America, -12% in Europa Occidentale e -16% in Apac, mentre il “Resto del Mondo” è la sola regione a crescere con un +3% YoY. I volumi di vendita del 1Q2015 risultano così suddivisi: Nord America 45% (pari a 675 milioni di dollari); Europa Occidentale 32% (480 milioni); APAC 10% (150 milioni); Sud America 3% (45 milioni); Resto del Mondo 10% (150 milioni).

Passando invece ai segmenti operativi, Terex segnala buone prospettive nel 2Q2015 in particolare per le piattaforme aeree grazie ad un order backlog in crescita per il terzo trimestre consecutivo, anche se i risultati del confronto anno su anno con il 1Q2014 sono negativi e si sono ridotti i margini operativi. Ecco i risultati del 1Q2015 per singola business unit con il confronto trimestrale YoY: Piattaforme Aeree 507 M$ (-13,3%); Construction 153,9 M$ (-21,4%); Cranes 386,9 M$ (-1,8%); Material Handling and Ports 321,9 M$ (-12,6%); Materials 145.7 M$ (-3%).

In linea generale, e quindi anche le divisioni Construction e Material Handling and Ports, il management si aspetta ancora difficoltà dai mercati per tutto il resto dell’anno fiscale, confermando il proprio outlook di inizio anno con vendite nette comprese tra 6,2 e 6,6 milioni di dollari.

Atlas Copco, la corona nel motore

Completiamo l’analisi dei dati di questo secondo gruppo di produttori macchine con gli svedesi di Atlas Copco, che vedono il proprio fatturato del 1Q2015 attestarsi a 24,7 miliardi di corone (oltre 2.6 miliardi di euro) segnando un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso da attribuire in larghissima parte alla svalutazione (-15% rispetto all’inizio del 2014) della valuta svedese nei confronti delle altre monete.

I volumi infatti sono diminuiti del 2% nel confronto YoY. Discorso analogo per gli ordini che, pur diminuendo del 5% nei volumi, crescono del 12% grazie al cambio favorevole, arrivando a 25,4 miliardi di corone. A livello regionale, il mercato di Atlas Copco si è suddiviso fra Europa (25% del fatturato e -2% nel confronto YoY con il 1Q 2014, Asia (25% del fatturato e -1%), Nord America (23% del fatturato e -5%); Medioriente ed Africa (12 del fatturato, e unica regione in crescita con +11%), Sud America (8% di fatturato e -12%) ed Oceania (3% di fatturato e -9%).

Per quanto concerne la segmentazione operativa, i risultati di Atlas Copco beneficiano in larga parte degli ottimi risultati dei Servizi legati alla vendita dei prodotti, mentre per questi ultimi si riscontra un calo generalizzato anche se con alcune eccezioni come i compressori medi e piccoli. La suddivisione del fatturato per business area risulta così suddiviso: Compressor Technique 45% (11 miliardi di corone); Mining and Rock Excavation Technique 27% (6,7 miliardi); Construction Technique 15% (3,7 miliardi); Industrial Technique 13% (3,3 miliardi).

L’attesa per il resto dell’anno fiscale è di un’ulteriore crescita del portafoglio ordini per il gruppo di Stoccolma, grazie ancora una volta alla competitività garantita dal cambio, che permetterà di compensare la riduzione dei volumi ed un mix prodotti sfavorevole.

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